Le Dolomiti Friulane

Le Dolomiti Friulane Un territorio ancora da scoprire di Laura Fagioli.
Le Dolomiti: montagne conosciute in tutto il mondo e considerate tra i paesaggi più attraenti che l’Italia possa offrire.

Dopo un procedimento iniziato nel 2004, la commissione ambiente dell’Unesco il 26 giugno 2009 è giunta alla decisione finale che ha riconosciuto alle Dolomiti la qualifica di patrimonio dell’intera umanità. Chi ci vive forse non si rende conto della bellezza mozzafiato e delle emozioni uniche che queste montagne possono regalare a chi le osserva, le visita e le vive. Anche i bambini le riconoscono al primo sguardo: colpiscono per le loro ripide pareti verticali, i pinnacoli, le guglie, le torri, le forcelle e gli estesi ghiaioni solo in parte trattenuti dai pini mughi. La loro morfologia, che le fa apparire così aspre e selvagge, è dovuta naturalmente alle loro caratteristiche geologiche: il calcare e la dolomia offrono, infatti, un’ampia gamma di formazioni rocciose, modellate dall’erosione meteorica, dai ghiacciai e dai corsi d’acqua, oltre che dai movimenti tettonici. Le loro peculiarità geologiche e geomorfologiche le rendono oggetto di studi internazionali, ma le fanno apprezzare anche dagli osservatori meno esperti, che ne colgono ugualmente il fascino e l’importanza scientifica. Le Dolomiti sono molto conosciute e molto frequentate, eppure tra esse ve ne sono alcune, tra le più belle, dove anche a ferragosto lungo i sentieri è difficile incontrare altre persone: sono le Dolomiti Friulane, le meno note e le più difficilmente accessibili, che rappresentano un formidabile baluardo di montagne che sovrasta l’alta pianura friulana e sono ancora il regno incontrastato della fauna selvatica. Comprese nelle province di Udine e di Pordenone, geograficamente sono inserite tra l’alto corso del Tagliamento a nord, il corso del torrente Cellina a sud, la valle del Piave a ovest e l’alta valle del Meduna ad est. Situate nel territorio del Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane, l’area protetta più grande del Friuli Venezia Giulia, sono state anch’esse inserite, insieme alle Dolomiti d’Oltre Piave, nel patrimonio mondiale naturale dell’Unesco, ma per la loro asprezza e severità e forse per la posizione un po’ più periferica, rispetto alle vicine Dolomiti Cadorine, sono meno battute dal turismo di massa e rimangono un esempio di montagne selvagge, dure e faticose, meta privilegiata solo di pochi alpinisti, escursionisti e amanti della natura. Sentieri deserti, creste frastagliate, valli silenziose, pascoli assolati, cime e pareti rocciose sono le meraviglie di cui un visitatore potrà godere attraversando quest’area della regione Friuli Venezia Giulia; i suoi compagni di viaggio saranno le specie di fauna protetta che abitano la zona, come marmotte, camosci, stambecchi, caprioli e la maestosa aquila reale, simbolo del parco. Oltre ai paesaggi mozzafiato, garantiti dalle vette e dai torrioni dolomitici e alla natura incontaminata, le montagne friulane offrono anche facili sentieri, accessibili a tutti e un’offerta turistica molto varia e diversificata. Certamente il luogo e l’avvenimento più noti di quest’area riguardano il lago, la diga e la catastrofe del Vajont: i sentieri che conducono nei comuni di Erto e Casso porteranno gli appassionati di storia nei luoghi colpiti dalla frana del 1963 e permetteranno di visitare il museo che raccoglie alcune testimonianze del tragico evento. Particolarmente interessante per gli appassionati di birdwatching è invece il sentiero naturalistico del Monte Ciavac ad Andreis: qui infatti numerosi rapaci e altri uccelli feriti vengono curati nelle voliere della clinica attrezzata dal parco, dove vi sono anche una mostra permanente dedicata agli uccelli e un laboratorio naturalistico. Nelle Dolomiti Friulane è possibile anche seguire le tracce lasciate dai dinosauri, nel comune di Claut: infatti alcune orme di questi grandi rettili scomparsi sono state scoperte casualmente da una scolaresca nel 1994 e sono visibili su un masso nei pressi del torrente Ciol de Ciasavent, ai piedi di una cascata della sorgente del Cellina.
Tra le cime più famose di questo territorio c’è poi il Campanile di Val Montanaia (2.173 metri), che troneggia su tutto il Gruppo degli Spalti del Toro e dei Monfalconi, come se fosse il re di una schiera di vette, guglie, campanili, torri e aghi di roccia che non hanno eguali nelle Dolomiti: si trova nel comune di Cimolais e consiste in un campanile di roccia alto 300 metri che si staglia isolato al centro di uno splendido anfiteatro di montagne. All’uscita della vertiginosa Forra del Cellina, una riserva naturale di rara bellezza, appare Barcis in tutto il fascino del suo verde lago, nato artificialmente negli anni ’50 per la produzione di energia elettrica e dove oggi è possibile praticare vela, surf, kajak, sport subacqueo, hovercraft, motonautica, modellistica e canoa. La zona più selvaggia e meno frequentata del Parco delle Dolomiti Friulane si sviluppa però nei territori di Tramonti di Sopra e nella Valcolvera, ricca di boschi e torrenti incontaminati, oltre che di borghi caratteristici, come quello di Poffabro, che costituisce un gioiello culturale e architettonico unico nella pedemontana pordenonese.
Questo percorso ideale termina nell’alta Val Tagliamento, a Forni di Sotto e a Forni di Sopra, la vera perla delle Dolomiti Friulane, che offre al turista un’ampia offerta di alberghi e ristoranti, la possibilità di praticare moltissimi sport estivi ed invernali e una grande varietà di sentieri di ogni tipo, arricchiti da una diversità di specie floristiche davvero sorprendente. Qui le bellezze naturali e gli splendidi paesaggi dolomitici si uniscono a una calda accoglienza e ai piaceri della cucina tipica, con piatti a base di erbe, con il frico [1] e il prosciutto di Sauris e la polenta cucinata ancora come una volta, accompagnati da aperitivi, birre e grappe con il sapore unico delle erbe selvatiche. Questo territorio, che stupisce i visitatori con i suoi usi e costumi, con le tradizioni e le feste, con il linguaggio e la gastronomia e soprattutto con la bellezza della sua natura, è ancora tutto da scoprire. Cosa aspettate? Non vi è ancora venuta voglia di cambiare i vostri consueti itinerari per visitare le Dolomiti Friulane?

Laura Fagioli
Coordinatore Aigae Friuli Venezia Giulia
f
riuli@aigae.org

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[1] Prelibato piatto a base di formaggio fuso, talvolta mescolato con patate (N.d.R).

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