Occhio alla carta: quali sono le caratteristiche che deve avere una carta escursionistica
- 04 giugno 2015
- Comunicazione
- Categoria:Blog
Mi sono spesso prefissato in questa rubrica di suggerire alle Guide strumenti innovativi come dispositivi, software, app, siti web che attraverso le ultime tecnologie possano agevolare la professione. Oggi lasciamo da parte la tecnologia (solo in parte a dire il vero…) e vorrei parlare con voi di carte.
Dopo averne visionate negli anni tantissime, con occhio critico da cartografo puntiglioso, mi rendo conto che spesso i prodotti che si possono trovare, realizzati a volte in economia o da soggetti non proprio sintonizzati sulle esigenze di chi ne fa un uso escursionistico avanzato, presentano lacune informative che per una Guida possono rappresentare un problema. Una carta dei sentieri ad uso turistico, un prodotto a mezza via tra il promozionale e il tecnico, si prefigge di illustrare una rete sentieristica a semplici turisti che poi cammineranno sui sentieri affidandosi prevalentemente alla segnaletica al suolo (che si spera ci sia e che sia ben mantenuta). A volte però nel produrre questi supporti si dimentica che in caso di difficoltà, incidente, scarsa segnaletica, chiusura di un sentiero dalla vegetazione, nebbia o bufera, una carta che non riporti le necessarie informazioni utili all’orientamento o alla comunicazione ai soccorsi della propria corretta posizio- ne diventa di scarsa utilità. E’ pur vero che il turista/escursionista medio con le coordinate utm o l’indicazione del map datum poco ci fa, ma una Guida che si prefigga di accompagnare gruppi in sicurezza, certe informazioni da una carta le deve pretendere.
Quali sono quindi gli elementi che una carta deve avere per essere utilizzabile da una Guida?
La scala
I tipi di carte geografiche si distinguono in primis per ‘cosa’ rappresentano:
si possono prefiggere di rappresentare semplicemente in maniera simbolica un territorio, oppure divenire tematiche ed evidenziare graficamente un determinato aspetto (ad esempio le precipitazioni medie annue, la densità di popolazione ecc…). Ma una volta decisa la finalità comunicativa della carta, il dato che maggiormente la caratterizza è sicuramente la scala di riduzione. E’ sicuramente inutile che vi dica che una Guida deve avere in mano una carta 1:25000 (o 1:10000 se ne trova) e che si può affidare solo in determinate situazioni a carte scala 1:50000. E sicuramente una Guida cercherà nella sua carta il posto in cui è indicata la scala. Qualcuno ora penserà che è impossibile che ci siano in circolazione carte escursionistiche che non indicano la propria scala… vi assicuro che esistono. Ne possiedo più di una. Chiaramente non si tratta di prodotti editoriali destinati al commercio, ma di oggetti promozionali di piccoli enti territoriali, che forse hanno affidato il lavoro ad un grafico non preparato per gli aspetti cartografici o più probabilmente al funzionario geometra abile con l’Autocad. Quindi, quando raccoglierete in fiera o all’ufficio turismo tali prodotti, fateci caso…
Le date
Altra cosa che dovete cercare in una carta (e occhio perché è spesso scritta in piccolo, quando è scritta…) è la datazione della stessa. Celeberrime sono tra le Guide della ‘vecchia guardia’ le tavolette dell’Istituto Geografico Militare degli anni ‘40/’50, che capite bene quale affidabilità possono avere oggi, soprattutto in prossimità delle zone antropizzate. Ma badate bene che carte escursionistiche di recente produzione, anche realizzate da note ditte cartografiche, ricorrono a basi Igm per ‘appoggiarci’ poi sopra le tracce rosse dei sentieri e le icone che rappresentano gli elementi utili all’escursionista. L’Igm rende disponibili per pochissime zone d’Italia la serie 25db (primi anni del 2000), mentre la serie 25, quella maggiormente usata per questi scopi, è degli anni ‘90. Se l’editore delle carte è scrupoloso, in-dicherà più date:
– La data di produzione della carta, ovvero l’anno in cui è fisicamente entrata in commercio.
– L’anno della ripresa aerofotogrammetrica, in quanto oggi molti fanno cartografia interpretando il territorio dalle foto aeree. Questa data è molto importante perché definisce il momento in cui si è osservato ed interpretato il territorio.
– L’anno di ricognizione, cioè l’anno in cui, a seguito della prima rudimentale composizione della base cartografica (che potrebbe essere stata fatta, come si diceva prima, con fotointepretazione oppure mettendo insieme dati cartografici Open Source, o con altri sistemi ancora) si è poi provveduto a verificare al suolo quanto disegnato.
Le coordinate
Ogni carta buona per una Guida dovrebbe riportare sui margini le coordinate chilometriche secondo il sistema Utm e le coordinate geografiche (quelle espresse in gradi). Le prime in particolare sarebbero fondamentali, in quanto in assenza di Gps e con l’ausilio del magico ‘coordinatometro-scalimetro-rapportatore-lucido’, permetterebbero alla Guida, in caso di necessità, di comunicare la propria posizione ai soccorsi con facilità, rapidità e precisione. A volte i produttori di carte escursionistiche, forse spinti dal pensiero che tanto non le sa leggere ed usare nessuno, scelgono di non metterle, oppure mettono solo le coordinate geografiche, magari anche solo ai vertici, con le quali ‘fare il punto’, cioè leggere e comunicare con esattezza la propria posizione, è impresa assai difficile per via del sistema numerico sessagesimale.
Map Datum
E’ bene che nel momento in cui acquistiate una carta dei sentieri, vi premu-riate anche di trovare scritto il Map Datum¹. Fondamentale se si usa un Gps per impostarlo nello stesso e far così coincidere le coordinate del dispositivo con quelle della carta. Inoltre nella chiamata del soccorso è necessario specificare il Map Datum della carta dalla quale leggete le coordinate. Se per esempio foste in possesso di una carta realizzata sulla base della vecchia Igm, quindi con Datum Roma 40 e non trovando l’indicazione del Map Datum deste per scontato che è Wgs84 in linea con gli standard attuali, senza entrare in maniera specifica nel merito del motivo tecnico per cui ciò accade (legato alla diversa falsa origine della linea centrale del fuso di ri-ferimento nel caso delle coordinate Utm o del meridiano di Roma Monte Mario preso come riferimento anziché quello di Greenwitch nel caso delle coordinate geografiche) l’elisoccorso vi potrebbe venire a cercare ad una notevole distanza da dove siete realmente…
Equidistanza delle curve di livello
Una regola non scritta dice che dividendo il denominatore della scala di riduzione per 1000 si ha l’equidistanza delle curve di livello. Per cui una carta 1:25000 avrà isoipse ogni 25 metri, una carta scala 1:50000 le avrà ogni 50 e così via. Ma a volte, su terreni particolarmente acclivi con pareti quasi verticali o per contro su altri con lievissime ondulazioni, tale regola è giustamente contraddetta per necessità di rappresentazione grafica. Ho visto ad esempio carte 1:25000 delle Alpi austriache con equidistanza 40 metri. Di solito l’equidistanza è dichiarata in prossimità della scala grafica, nella legenda o nello spazio della carta in cui ci sono le notizie tecniche cartografiche. Se invece non è riportata in carta, sarete costretti a desumerla dai punti quotati, verificando le corrispondenze con le isoipse.
Ci sarebbero ancora numerosi aspetti da valutare, come l’indicazione della declinazione magnetica, che in Italia in alcuni luoghi non è più così ‘trascurabile’ come si è stati soliti sentire nei corsi di cartografia negli anni passati, oppure la presenza di un quadro di unione chiaro e comprensibile, ma non ci è possibile in questa sede prendere in analisi ogni singolo elemento costitutivo di un prodotto complesso come una carta escursionistica. Il mio consiglio finale è di analizzare bene la carta che si sta per prendere e cercare sempre, ovviamente, carte dettagliate e con le corrette e complete informazioni. Comprendo e conosco la difficoltà di reperire buone carte escursionistiche aggiornate, che interessano oltretutto solo alcune delimitate aree del nostro territorio e di solito, guarda un po’, mancano proprio nella zona che ci serve. Di conseguenza capisco che nel momento in cui si trova una carta del territorio che ci interessa, anche incom- pleta degli elementi appena descritti, ci si ritiene già fortunati. In questi casi, tuttavia, facendo mente locale sulle informazioni di base di cui abbiamo parlato c’è anche modo di reperire le informazioni mancanti, tramite ad esempio il portale cartografico nazionale, oppure facendo semplici valutazioni e ragionamenti.
Note
¹Il Map Datum, se mai qualcuno lo avesse dimenticato, è il set di parametri che definiscono l’ellissoide di riferimento utilizzato per la costruzione della carta. In altre parole è il codice che identifica la forma matematicamente definibile che approssima la superficie terrestre interessata dalla cartografia. Nella cartografia italiana sono stati utilizzati il Roma 40, l’ED50 e il WGS84.
Silvio Piorigo
Socio Aigae Umbria
silvio@montemeru.it