A scuola dalla natura – Con il Corso Base di Escursionismo di 1° livello

Da alcuni anni collaboro, a nome di Limosa, la Cooperativa di cui sono socia, con l’Istituto di Istruzione Superiore per il Turismo ‘A. Gritti’ di Mestre al Progetto Alternanza Scuola-Lavoro¹

realizzando degli incontri in classe, dei percorsi in ambiente e offrendo agli studenti brevi esperienze di tirocinio, in cui possano seguire il lavoro sul campo della Guida Naturalista.
Fra gli obiettivi del progetto è prevista infatti la conoscenza della figura professionale di Guida Naturalistico Ambientale attraverso l’illustrazione di alcune attività svolte da professionisti presenti su tutto il territorio nazionale e aderenti all’Associazione Italiana delle Guide Ambientali Escursioniste. Questa professione, seppur prevista a livello legislativo accanto a quella della Guida Turistica e della Guida Alpina, risulta ancora poco conosciuta, come del resto le possibilità di viaggio e scoperta offerte dal turismo naturalistico e sostenibile. Dalla collaborazione con l’Istituto Gritti e dall’incontro con bambini, giovani e adulti, che ho modo di conoscere durante il mio lavoro, ma anche dallo scambio di riflessioni con altre Guide, ho potuto constatare, che molte persone e in particolare i giovani, pur essendo sensibili e attratti dalla natura, hanno sempre meno confidenza nella relazione con essa e vivono spesso con disagio e inadeguatezza il doversi adattare alla situazione climatica, all’impegno fisico se pur circoscritti ad un breve lasso di tempo, come può essere l’uscita in ambiente in giornata. Da una parte è aumentata la sensibilità verso la natura, il paesaggio, la loro salvaguardia e l’esigenza di un maggiore contatto con gli ambienti naturali, cresce il numero di persone che si indirizza alle vacanze verdi in oasi e parchi così come di viaggiatori a piedi o in bicicletta.
Dall’altra si sono accentuate le problematiche legate all’ambiente e l’attenzione rivolta a queste, ma contemporaneamente sembra aumentata la distanza del contatto con l’ambiente, dovuta alla perditadi un rapporto quotidiano e più spontaneo con quanto ci circonda.
E’ nata così l’idea di proporre il Corso Base di Escursionismo di 1° livello all’interno del Progetto Alternanza Scuola-Lavoro che si è potuto realizzare grazie alla collaborazione del professor Fabio Burigana docente di Geografia dell’Istituto Gritti.
Il progetto è stato proposto ad una classe quarta di 24 studenti con lo scopo di far conoscere la professione di Guida naturalistico ambientale e la filosofia del turismo sostenibile. Altrettanto centrale fra gli obiettivi del progetto è lo stimolare nei giovani la pratica dell’escursionismo e delle attività in natura, dando loro le necessarie informazioni per acquisire autonomia e per praticarle in sicurezza.
L’acquisizione di un titolo con valore di credito formativo in corsi di formazione professionale organizzati da Aigae è utile a quanti volessero intraprendere questa professione, ed è un aspetto che aggiunge valore al percorso.  Il programma del corso, pur mantenendo inalterati i temi e il numero di ore previste al conseguimento del diploma (32 ore totali suddivise in 16 ore di teoria, 12 ore di pratica e 4 ore di prova d’esame, indicate nello schema con: T= teorica // P=pratica // E = esame ), è stato adeguato alle esigenze dei tempi scolastici, ed è stato corredato da un modulo di stage previsto dal progetto di Alternanza Scuola-Lavoro. Si è svolto durante l’anno scolastico, fra gennaio e giugno 2015 ed è stato organizzato come nella tabella.

Il progetto è stato svolto in continua collaborazione e scambio con il professore referente di classe, che si è assunto il coordinamento delle attività nel rapporto scuola-impresa, la loro organizzazione pratica e amministrativa, così come il dare continuità alla mia presenza in qualità di professionista esterna al corpo docente, nel rapporto e nelle comunicazioni in particolare con gli studenti. È stato fondamentale anche nel motivare questi ultimi a svolgere il corso come una qualsiasi altra attività curricolare. Da parte mia ho preparato alcuni supporti didattici per trasmettere i temi del corso: un PowerPoint tratto dal testo di Marco Fazion “Corso Base di Escursionismo di primo livello” edi to da Monte Meru editrice, proiettato in classe e consegnato agli studenti come traccia per la preparazione all’esame, schede di approfondimento e mappe per le escursioni in ambiente, in modo da avere degli strumenti pratici per svolgere le uscite e del materiale da lasciare ai partecipanti per incuriosire e avere memoria dell’esperienza. Le uscite sono state programmate con difficoltà progressiva, per non scoraggiare gli studenti che maggiormente avevano timori rispetto alla propria propensione al camminare in ambiente, preparazione tecnica e resistenza, cioè il 50% della classe. Due delle tre escursioni realizzate si sono svolte in ambienti naturali raggiungibili con i mezzi pubblici, in modo da contenere le spese a carico dei partecipanti e da incentivare l’utilizzo di mezzi di trasporto a minor impatto ambientale. La frequenza degli studenti sia alle attività in classe che alle uscite, la richiesta di sostenere l’esame da parte di 22 studenti su 24, e le schede di valutazione raccolte danno un riscontro positivo ell’esperienza. 19 studenti valutano la propria soddisfazione complessiva con valore da 8 a 10, 2 studenti con 7 e un solo studente con 6. Ma soprattutto, cosa che mi sorprende positivamente, alla questione “penso che utilizzerò i contenuti appresi nella pratica escursionistica” 16 studenti rispondono con valore da 8 a 10, 2 con 7 e 2 con 6, mentre solamente 2 studenti danno un valore molto basso a questa eventualità.
Un aspetto critico, non di secondaria importanza, è rappresentato dall’entità dell’impegno e dalle difficoltà riscontrate dall’insegnante di riferimento nel coordinare un progetto che prevede molti incontri e il loro inserimento nel calendario scolastico, facendo collimare le esigenze del corso con quelle degli studenti e degli altri insegnanti. Per rendere meno complesso questo aspetto del progetto è auspicabile individuare differenti moduli di organizzazione del corso. Per esempio, la realizzazione di parte di esso durante un soggiorno scolastico potrebbe essere una soluzione interessante, e questo potrebbe essere il programma da realizzare in questo caso: 1 incontro in classe di 4 ore per la presentazione del progetto e la lezione iniziale 1 uscita in ambiente composta da 1 lezione e 1 attività pratica di 4 ore 1 soggiorno naturalistico di 3 giorni con 5 lezioni teoriche e 2 uscite in ambiente 1 incontro in classe e in ambiente vicino alla scuola di 4 ore per la prova d’esame 1 o 2 esperienze di stage con cui gli studenti completano l’esperienza affiancando una guida durante il lavoro sul campo in attività di laboratori didattici e/o di escursioni in ambiente.
La possibilità di svolgere questo programma in due anni scolastici consecutivi, per esempio durante il terzo trimestre del terzo anno e il primo trimestre del quarto anno, potrebbe risultare ancora più congeniale alle esigenze e ai tempi scolastici. Infine, cosa ha significato per me questa esperienza? Un percorso piuttosto articolato e con molti incontri è innanzitutto una opportunità di entrare in relazione con i partecipanti, in questo caso dei giovani, in un lasso di tempo che consente di cogliere resistenze, timori, desideri e di correggere in parte la proposta in base a questi elementi. Cosa molto difficile se teorica di 2 ore e 1 attività pratica di 4 ore non impossibile in attività che si esauriscono nell’arco di una giornata o due. L’aspetto che più mi ha colpita nel constatare in questi giovani effettivamente la poca dimestichezza e pratica di attività in ambiente, è la disabitudine al movimento in genere e la conseguente poca conoscenza del proprio corpo, delle proprie possibilità. La maggior parte degli studenti che hanno partecipato al corso, per esempio, privilegiano spostarsi con i mezzi di trasporto, auto privata, motorino, mezzi pubblici, rispetto al camminare o all’uso della bicicletta, anche quando le distanze fra casa e scuola lo consentirebbero; pochi praticano sport o hanno esperienza di escursionismo con la famiglia o in associazioni. Molti studenti erano perciò molto scettici sulla possibilità di poter affrontare una escursione di poche ore e pochi chilometri in pianura, figuriamoci in collina e poi in montagna. Invece ho vissuto insieme a loro l’impegno di camminare lungo gli argini dell’isola di Sant’Erasmo in una giornata fredda e umida, la costanza di scendere il Monte Ricco sotto il vento e la pioggia sferzanti e la fatica di salire lungo i pendii del Monte Croce in Cansiglio intuendo il paesaggio sottostante attraverso qualche sporadico squarcio di nuvole. Così pure ho cercato, fra i tanti luoghi conosciuti, gli itinerari che fossero più consoni e più belli per loro. Ne ho ricevuto in cambio un sorriso anche quando il fiatone mozzava l’entusiasmo e un paio di scarpe di ricambio estratte prodigiosamente da un ragazzo dal proprio zaino, come una colomba dal cilindro di un prestigiatore, per farne dono ad una compagna tradita dai vecchi scarponi rottisi dopo appena pochi passi. Un dono inaspettato che ha reso di fatto possibile proseguire la nostra escursione e conquistare la vetta.

Note
¹Si legge sul portale del Miur: “Il Progetto Alternanza Scuola-Lavoro si prefigge una nuova modalità di collegamento della scuola con il lavoro attraverso la realizzazione di percorsi progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilitàdell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro” art.4 D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77. (N.d.A.)


Luana Castelli
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