AIGAE DICE “NO” ALL’ISTITUZIONE DI MINI-GUIDE DI MEDIA MONTAGNA IN SICILIA
- 13 aprile 2016
- Comunicazione
- Categoria:News
La nuova legge della Regione Sicilia è anacronistica, caotica, in contrasto con le leggi nazionali e non aiuta ne’ il turismo ne’ l’occupazione.
Successivamente all’accordo sottoscritto il 22 settembre 2015 a livello nazionale tra il Collegio Nazionale Guide Alpine (CONAGAI) e l’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche (AIGAE), che prevede che le due associazioni lavorino congiuntamente al superamento delle anacronistiche sovrapposizioni delle diverse figure professionali di accompagnamento in escursionismo, è stata improvvisamente proposta dalla Regione Sicilia una nuova legge che istituisce la figura delle Guide di Media Montagna, rispolverando e distorcendo la facoltatività di istituire a livello regionale la figura degli Accompagnatori di Media Montagna (AMM) prevista dall’obsoleta legge 6 del lontano 1989.
Una vera e propria “invenzione legislativa” con un nome di fantasia, in contrasto con una serie di sentenze inappellabili della Corte Costituzionale e del conseguente Dlgs 30/2006 che, riportando allo Stato la competenza sulle professioni, stabilisce che le regioni non possono legiferare in tema di professioni (turistiche o meno) se prima non c’è una legge dello Stato che ne definisce i principi fondamentali: nome, profilo professionale e regole di accesso.
Il tutto in un impianto legislativo di dubbio valore, una “mega-legge” che comprende di tutto un po’ e che modifica una legge pre-esistente, già modificata da un’ulteriore legge… conferendo alla guida di media montagna competenze che non le sono proprie, che non le competono e che eccedono di gran lunga quanto previsto dalla legge 6/89.
Una legge caotica insomma, che nasce già suscettibile di ricorsi e relativo annullamento. Peraltro non necessaria e che nascerebbe già vecchia e superata dal mercato del turismo escursionistico reale.
Ricordiamo infatti che in Sicilia sono già presenti oltre 200 Guide Ambientali Escursionistiche iscritte alla nostra associazione, che lavorano nell’ambito della ben più recente legge 4/2013 che ha recepito le norme europee sulle libere professioni, con ambiti operativi molto più ampi e completi per rispondere alle variegate richieste del mercato crescente del turismo escursionistico.
La descrizione del nostro profilo professionale sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico infatti dice che “È Guida Ambientale Escursionistica o Guida Naturalistica chi, per attività professionale, accompagna in sicurezza, a piedi o con altro mezzo di locomozione non a motore (fatto salvo l’uso degli stessi per raggiungere i luoghi di visita), persone singole o gruppi in ambienti naturali, anche innevati, assicurando anche la necessaria assistenza tecnica e svolgendo attività di didattica, educazione, interpretazione e divulgazione ambientale ed educazione alla sostenibilità.”. Fra l’altro con un’ampia operatività, a differenza degli AMM, data dai “diversi territori: montani, collinari, di pianura ed acquatici” e anche a livello nazionale dalla possibilità di procedere non solo a piedi ma anche con “bicicletta, MTB, cavallo, snorkeling, canoa, ecc…”.
La nascita di una figura parallela disorienta da una parte i turisti e dall’altra coloro che già operano e che spesso abitano le zone rurali della regione.
Non si comprende quindi come potesse esserci, citando dalle interviste rilasciate dall’Assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo, “tanta attesa”; dato che la richiesta era già ampiamente soddisfatta, da una professione già esistente e ben più alla portata dei giovani che volessero intraprendere l’attività.
Proprio in questi mesi sono stati organizzati dalla nostra Associazione e sono in pieno svolgimento a Milo (CT) ben due corsi nazionali in contemporanea per Guida Ambientale Escursionistica, che hanno registrato il tutto esaurito, non potendo purtroppo accontentare tutte le richieste pervenute.
Così come non comprendiamo, sempre citando l’intervista all’Assessore, come “sicuramente le guide di media montagna saranno tra gli interpreti più importanti per far fruire al meglio i sentieri e l’ambiente circostante”.
L’ulteriore e sovrapposta figura professionale, rifacendosi alle legge sugli Accompagnatori di Media Montagna, è infatti molto limitata nella sua operatività (e quindi sorge spontaneo il quesito in merito alla sua effettiva efficacia sul mercato) essendo limitato il raggio di azione alla “attività di accompagnamento in escursioni su terreno montano” che “illustra alle persone accompagnate le caratteristiche dell’ambiente montano percorso”. La sovrapposizione con l’esistente figura della Guida Ambientale Escursionistica conosciuta a livello nazionale con la sigla GAE è evidente. Fra l’altro per le GAE non sono previsti limiti altitudinali e nemmeno il divieto di operare su terreno innevato come invece accade per gli AMM. Tantomeno sono previsti per le GAE limiti territoriali, dato che possono liberamente operare su tutto il territorio italiano ed internazionale, con relativa copertura assicurativa. Mentre la figura prevista dalla nuova legge limita gli pseudo-AMM al solo territorio siciliano, senza nessuna reciprocità con gli altri AMM delle poche regioni in cui tempo addietro fu istituita tale figura.
Viene di fatto creata una figura sovrapposta che deve abilitarsi con percorsi formativi lunghi e non gestiti dagli Enti formativi pubblici ma direttamente dai Collegi delle Guide Alpine, che in alcune regioni sono arrivati a costare 5.000 € a testa. Con forti limiti alla possibilità di collocarsi sul mercato, ponendo questa figura in posizione di evidente inferiorità rispetto alle altre professioni che accompagnano in territorio montano.
Nelle dichiarazioni dell’Assessore Barbagallo è poi riportata una macroscopica inesattezza quando afferma che “il legislatore ha sostituito la guida ambientale escursionistica con la guida di media montagna come accade nel resto d’Italia” poiché è vero esattamente il contrario, oltre a non esistere in nessuna regione una figura con tale nome. In alcune regioni alpine, le poche dove sono presenti gli AMM, le due figure convivono e si sovrappongono mentre in altre la figura degli AMM è stata abolita proprio perché considerata solo un “di cui” rispetto alla figura ben più completa della Guida Ambientale Escursionistica. Anche perché c’è una logica della gerarchia giuridica di base per cui una legge regionale non può abolire una figura, come quella delle GAE, prevista da una legge nazionale.
Non possiamo che sperare quindi in un’analisi ben più approfondita e oggettiva della surreale situazione prima di passare all’approvazione del decreto, auspicando quanto già affermato da diversi pareri dell’Antitrust a partire dal 2003 relativamente alla “distorsione della concorrenza e del corretto funzionamento del mercato” derivante dalle professioni di accompagnamento organizzate in Albi e Collegi, com’è il caso di questa nuova fantasiosa figura che comunque dipenderebbe dal Collegio delle Guide Alpine. Antitrust che ha più volte sottolineato come problematica la limitazione territoriale e i prezzari ma che ha invece indicato come le normative europee vadano nettamente in direzione opposta e cioè verso la liberalizzazione delle professioni con attenzione non tanto a remote logiche protezionistiche ma alla tutela del consumatore, cioè dell’escursionista.
Come fa AIGAE che, in linea con quanto richiesto dal Ministero dello Sviluppo Economico, ha uno Sportello del Cittadino indipendente gestito da Adiconsum, ha istituito la formazione di aggiornamento continua e obbligatoria dei propri associati per garantire professionalità, competenza e sicurezza agli accompagnati.