Organizzatore: Angela Dini
Formatori: Lisetta Giacomelli e Roberto Scandone
In collaborazione con: INGV Sezione di Pisa, Vulcano Esplorazioni, D.M.F. – Univ. di Roma Tre – INGV Osservatorio Vesuviano
Sede: presso il Museo di storia naturale dell’Università di Pisa – Via Roma 79 – 56011 Calci (PI)
Codice corso aggiornamento: 002729-19
Data: 26 febbraio 2020 ore 16:30
Durata: 2 ore
Crediti formativi: riconoscimento di 1 credito formativo ai soci AIGAE
Corso aperto a tutti
Costo: la partecipazione all’evento è gratuita.
Informazioni:
e_mail: info.msn@unipi.it
sito web: www.msn.unipi.it
Descrizione:
in occasione dell’esposizione temporanea “Vulcani. Il fuoco della Terra” (15 novembre 2019 – 25 maggio 2020), a cura dell’associazione di divulgazione scientifica Vulcano Esplorazioni, il Museo di Storia Naturale propone un ciclo di incontri a tema gratuiti e aperti a tutti.
Il ciclo è organizzato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Sezione di Pisa e l’associazione di divulgazione scientifica “Vulcano Esplorazioni”.
Mercoledì 26 febbraio, ore 16.30-18.30
Lisetta Giacomelli e Roberto Scandone (Dipartimento di Matematica e Fisica Università Roma Tre, INGV OsservatorioVesuviano):
“Vesuvio e Pompei”
Nel 79 d.C. il Vesuvio seppellì in pochi giorni intere città sotto una coltre di pomici e ceneri. Fu un evento improvviso e inaspettato, avvenuto dopo secoli di inattività, annunciato solo da terremoti che si ripetevano periodicamente, creando assuefazione più che allarme.
La vegetazione ricoprì i prodotti vulcanici e per secoli si perse quasi memoria della sciagura. I primi scavi cominciarono a Ercolano nel 1738 e a Pompei dieci anni dopo. Emersero edifici quasi intatti, con tutto il loro contenuto. Ancora non esisteva l’archeologia e ogni reperto diventava di proprietà reale.
Il faticoso cammino di recupero dei siti ha avuto tappe importanti e non sempre felici, accompagnato però da un continuo miglioramento nei metodi di scavo.
La vulcanologia ha tratto da quelle esperienze quanto poteva, ponendosi l’obiettivo di ricostruire la storia di un’eruzione esplosiva, la prima al mondo ad essere descritta, da Plinio il Giovane, fortunatamente a tutt’oggi l’unica ad aver colpito un territorio così densamente abitato, inerme e impreparato, quella che più ha lasciato il segno su edifici, vegetazione, animali e esseri umani.
Un’esperienza del passato che è monito per og gi e per il futuro.